La postura abituale della testa in avanti può essere causata da diversi scenari patomeccanici spesso correlati tra loro.
Una delle più frequenti cause che comporta il posizionamento del capo in avanti è il movimento di iperestensione eccessiva o violenta della regione craniocervicale (come il colpo di frusta) che, sollecitando i muscoli dello SCOM, il lungo del collo e lo scaleno anteriore genera riflessi di protezione da parte dei muscoli interessati, e di conseguenza una meccanica di postura protratta.
Un altro scenario che può produrre un antepulsione del capo riguarda l’inibizione, il dolore o la debolezza dei muscoli flessori più profondi della regione craniocervicale condizionati dagli squilibri tensionali della fascia spesso provenienti dai visceri e gli organi.
L’ergonomia è un altro fattore che, quando in squilibrio, può produrre una protrazione dell’intero tratto craniocervicale magari per migliorare il contatto visivo con oggetti posizionati davanti al corpo, come quando si guarda uno schermo del computer o un televisore.
Una posizione con la testa in avanti, se mantenuta per un periodo prolungato, può essere “automatizzata” dal corpo e resa “naturale”.
Tuttavia, questa condizione è spesso associata a mal di testa e dolore radiante fino al cuoio capelluto e alle articolazioni temporo mandibolari.
Prima di agire su questo adattamento posturale è sempre saggio valutarne la causa per evitare uno degli errori più diffusi è cioè quello di potenziare il motore senza sbloccare i freni.
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