Nei tempi antichi gli uomini conducevano una vita semplice. Andavano a caccia, pescavano, stavano tutto il giorno in mezzo alla natura seguendo probabilmente tutti gli istinti primordiali. Quando l’aria si rinfrescava, incrementavano la loro attività per difendersi dal freddo.In estate si ritiravano in luoghi ombreggiati per sfuggire alla calura. Si svegliavano al sorgere del sole e rientravano al tramonto “perché non esistevano le luci artificiali”. Interiormente non lasciavano che le emozioni facessero perdere loro la calma, e non provavano brame smodate. Non erano ancora esposti alle sollecitazioni diffuse al giorno d’oggi. Mantenevano una condizione di pace e di concentrazione della mente e dello spirito. In questo modo impedivano l’invasione dei fattori patogeni. Nutrivano da ogni punto di vista la fisiologia umana donandogli tutti i fattori di cui ha bisogno.
“Quando ti prenderai cura della tua salute, lei si prenderà cura di te.”
Oggi che la specie umana si è evoluta (…), sembra normale avere la luce accesa fino a notte fonda andando tardi a letto, svegliandosi di primo mattino in preda all’ansia di un ritardo al lavoro.
Per il corpo non è proprio così come si crede.
Ogni organo è soggetto a fasi di attività e di riposo. I disturbi che si manifestano in particolari ore della giornata rimandano a determinate attività organiche.
Anche le terapie possono essere più efficaci in certi momenti, e si potrebbe perfino adeguare gli orari di lavoro all’orologio degli organi, il pacemaker interno.
“Siamo noi stessi i responsabili della nostra salute.”
Riallineando la vita quotidiana ai naturali bisogni, in armonia con l’orologio interno, permetterà di ritrovare il proprio equilibrio omeostatico che è strettamente collegato con quello interiore (!) facilitando le persone a trovare sempre nuove soluzioni laddove l’ambiente esterno proverà ad ostacolarle.