Il grande scopo della formazione universitaria dovrebbe essere quello di disciplinare la mente, allenarla all’uso delle sue facoltà, piuttosto che riempirla solo di nozioni accumulate da altri.
Non credo nei metodi vincenti, avremo tutti studiato solo quelli. La cosa più grande che si possa fare per aiutare le persone è avere una visione dell’insieme in grado di fornire sempre la più personalizzata attenzione di cui il soggetto ha bisogno.
La personalizzazione di un percorso e di un approccio avviene laddove l’operatore si mostra empatico ed in grado di ascoltare la persona con la quale si svolgono le attività.
Il sorriso resta sempre lo strumento più travolgente in grado di far sentire a proprio agio i propri clienti.
Vengo da Napoli dove a chiunque da adolescente è stato attribuito un “nomignolo” che in molti casi si trasformava nel “nome” fino all’età adulta. Alle scuole medie ho avuto la fortuna di essere soprannominato “Smile” e “Sorrisino”, nomi che non hanno avuto un “futuro” ma che sottolineavano una caratteristica che porto sempre con me, quella di sorridere sempre.
Riuscire a trasformare la teoria in esperienza e l’esperienza in intuito è quello che rende dei semplici laureati, dei grandi professionisti. Non riesco a definirmi tale, e forse mai lo farò. La consapevolezza di non sapere mai abbastanza è quella che mi spinge sempre ad aggiornarmi guardando i libri con la stessa curiosità di sempre.
Il segreto del successo lo racchiudo in sei semplici domande che bisognerebbe porsi in ogni circostanza: Chi? Cosa? Quando? Come? Dove? Perchè?